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ANALISI / La nuova sfida della logistica

di Aldo Bonomi

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6 ottobre 2008

Un tempo luogo di risalita del commercio delle acciughe liguri per la bagna càuda piemontese, poi nel fordismo concentrazione di camionisti che interconnettevano il porto di Genova con la company town torinese e la città industriale meneghina, oggi sempre più snodo logistico di portata macroregionale. Da cono d'ombra dell'epoca fordista del triangolo industriale Milano-Torino-Genova, l'area dell'Alessandrino-tortonese si trova oggi a costituire il baricentro logistico del sistema produttivo del Nord-Ovest.

Man mano che le nebbie della transizione postfordista si diradano si delinea una piattaforma-corridoio di lavorazione e smistamento merci che collega Liguria, Piemonte, la città infinita lombarda e la Via Emilia. Caratterizza questa piattaforma-corridoio soprattutto l'elevata concentrazione di nodi d'interconnessione logistica, laddove, sotto il profilo produttivo, si tratta di un territorio con molte identità locali: dal dolciario (Novi, Elah, Dufour, Bistefani, Pernigotti) al sistema del "freddo" di Casale Monferrato, dall'orafo Valenzano a storici marchi in riposizionamento (Borsalino, Paglieri), dal cemento e dall'immobiliare ai leader di nicchia quali Agv e Ground Zero.

Nel suo insieme, si tratta di un territorio di mezzo, uno spazio infra-metropolitano esito di processi ormai duraturi di sviluppo diffuso, sia di industrializzazione che di terziarizzazione. Più in generale, il triangolo portuale e logistico Alessandria-Genova-Savona rappresenta, in prospettiva, un grande nodo intercontinentale di scambio delle merci. Strategica sarà la dotazione di piattaforme della pianura alessandrina, che può contare sull'interporto di Rivalta Scrivia e su alcune strutture "storiche" di capienza limitata.
Nuovi progetti nel frattempo sono in cantiere: tra questi, particolarmente significativa è la progettazione della "Piattaforma logistica di Alessandria", che si estenderà su un'area di più di 800mila chilometri quadrati a ridosso dello scalo ferroviario di Alessandria.

Un'importante progettualità è anche quella che si sta definendo nell'area di Rivalta Scrivia, grazie alla sinergia tra due realtà già esistenti (Logistica Gavio e Interporto di Rivalta Scrivia): i due operatori realizzeranno un nuovo Terminal Europa che si estenderà su un'area di 760mila metri quadrati di superficie. A nord, il polo di riferimento è il Centro interportuale merci di Novara, di recente sviluppo. Un centro che può vantare una posizione geografica di rilievo, che ha favorito la recente implementazione di funzioni di gateways e interessanti prospettive di coordinamento con gli operatori logistici del vicino aeroporto di Malpensa. L'ottimizzazione degli accessi, dell'intermodalità e dei collegamenti che gravitano sul polo fieristico di Rho-Pero, e sul nodo di Malpensa, completano il quadro delle priorità per il decollo del sistema logistico integrato del Nord-Ovest.

È implicita la necessità di fare di questa grande piattaforma-snodo posizionata lungo due corridoi d'importanza cruciale per l'economia di tutto il Paese, un grande hub in grado di accorciare le distanze tra le piattaforme competitive del sistema padano con le grandi reti internazionali.
Da questo punto di vista, l'efficienza "interna" alla "cerniera" non può non accompagnarsi a quella delle grandi direttrici del Sempione, di Lione e di Ventimiglia. Le ultime due, in particolare, appaiono di vitale importanza nella competizione con l'asse Marsiglia-Lione, che farebbero di quest'ultima il vero "fuoco" dei traffici dell'Europa del Mediterraneo occidentale.

Nel contempo, ciò verrebbe a creare un grande sistema di saperi contestuali: la logistica non è solo un repertorio inerte di opere, assi e nodi fisici, ma anche un settore che non può considerarsi semplicemente ancillare alla produzione; al contrario, costituisce un vero e proprio cluster di attività e di conoscenze organizzabili secondo modelli territoriali in grado di generare economie di agglomerazione e quindi di dare solidità alla modernizzazione di un sistema territoriale nevralgico per il Paese.
E in questi anni l'Alessandrino ha saputo costruirsi un forte spazio di posizione nella transizione del modello produttivo del Nord-Ovest, mentre resta ancora aperta la sfida, peraltro fondamentale, di costruire uno spazio di rappresentazione che coniughi le diverse anime produttive dell'area che si sono stratificate nel tempo: agricoltura di eccellenza e relativo indotto turistico, medie imprese leader del manifatturiero, reti e snodi logistici.

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